Tessuti tecnici e athleisure, un sodalizio vincente
Abbiamo intervistato una stilista specializzata in sportswear e street style per analizzare i meccanismi di intuizione di una tendenza moda e la creazione di nuovi segmenti destinati a diventare inossidabili come l’ormai insostituibile athleisure, che ha fatto capolino sulle passerelle nel 2013 e il cui trend non accenna a diminuire.
Scopriremo quanto la produzione di tessuti tecnici innovativi sia in correlazione con questo fenomeno di successo.
Cosa si intende innanzitutto con athleisure?
Athleisure è un neologismo anglofono che nasce dall’unione delle parole athletic e leisure, che possiamo genericamente tradurre in capi d’abbigliamento sportivo da utilizzare nel tempo libero, anche se in realtà è molto, molto di più.
Da cosa nasce e perchè?
Questo trend è il frutto alchemico della convergenza di tendenze che negli anni si sono spinte nella stessa direzione. Rispondendo ad esigenze estetiche e funzionali hanno generato un vero e proprio nuovo segmento indipendente che va ad aggiungersi all’abbigliamento sportivo, all’activewear e al casual, collocandosi accanto allo street style.
In questa fisiologica evoluzione hanno avuto un ruolo decisivo principalmente due componenti: il sempre maggiore sviluppo di attività sportive nonostante la vita frenetica odierna e il grande ritorno di quel look vintage che rimanda alla tute in triacetato dell’epocale sfida tra Björn Borg e John McEnroe e i body in lycra di Jane Fonda.
Cavalcare l’onda del filone sportswear per creare collezioni di estremo comfort aggiungendo un valore estetico è stato un passo inevitabile.
Un capo d’abbigliamento in particolare ha dato il via a questo fenomeno?
Possiamo identificare nel leggings il “pioniere” dell’athleisure ed è sorprendente il suo miglioramento nel tempo in termini di prestazioni, comfort ed estetica. Dalle sue origini cotoniere misto elastan che dopo pochi utilizzi si deformavano o perdevano elasticità con qualche lavaggio a causa della rottura delle fibre, siamo approdati a confezioni in materiali leggerissimi, altamente performanti, che scolpiscono le forme senza costringerle, impreziositi da un tocco fashion. Si pensi ad esempio al B-MELANGE di Jersey Lomellina, tessuto a doppia frontura in cotone tinta unita da un lato e poliammide mélange dall’altro, ideale per la confezione di pantaloni con vita risvoltata e dettagli a contrasto. L’ampliamento dell’offerta da parte dei produttori tessili permette la variantatura di uno stesso modello fondamentalmente basico come il leggings in molteplici declinazioni differenziate tra loro non solo cromaticamente ma anche in termini di performance. B-Fit by Jersey Lomellina ne è l’esempio più eclatante. Un double face di ultima generazione studiato per favorire l’estromissione del sudore grazie al poliestere (lato del tessuto utilizzato come rovescio del capo) mentre la poliammide di cui è composto il lato esterno ne facilita la dispersione.
Il leggings vive la sua rinascita in varie lunghezze. Il ¾ e più di recente il ⅞ sostituiscono calze e collant, riescono ad avere lo stesso fitting e grazie a tessuti che non arrotolano possono essere tagliati al vivo col laser, dando vita a capi ormai molto distanti dal loro antenato. Vita Power di Carvico si rivela il materiale perfetto per la realizzazione di leggins che valorizzano le forme pur restando molto confortevoli. Questo grazie alle sue caratteristiche di alto contenimento muscolare e perfetta calibrazione della compressione atta a rallentare la formazione dell’acido lattico, velocizzando il recupero della perfetta condizione fisica. Degno di nota è anche il cycling pant, stretto parente del leggings, caratterizzato dalla lunghezza a mezza coscia che l’athleisure ha rinnovato con inserti in microrete come Alicante, un bielastico leggerissimo e aderente che dona nuova sensualità a questo shorts da indossare sotto a gonnelline di tulle e anfibi in pelle nera.
Impossibile non citare lo straordinario Revolutional® di Carvico, il cui nome non è casuale, un tessuto talmente rivoluzionario per costruzione innovativa e processo produttivo da essere coperto da ben due brevetti. Si tratta di un real tecno-tessuto, ultraleggero e sottilissimo che avvolge perfettamente l’atleta, come una seconda pelle, un materiale assolutamente eccezionale, irrinunciabile nell’abbigliamento di sport professionistici.
Sfruttare tutta questa tecnologia studiata appositamente per indumenti tecnici sportivi e trasferirla sul fashion, non poteva che originare un grande fenomeno di successo e destinare i capi d’abbigliamento athleisure a un posto privilegiato negli armadi di ogni donna.
Il classico pantalone stile basket in triacetato che mortificava le forme femminili trova nuova vita e dignità grazie a materiali più morbidi, cadenti e seducenti, liberandosi in spacchi laterali spesso sottolineati da stripes verticali stampate o applicate. Trova qui perfetto impiego il Sumatra di Carvico, classico tessuto athleisure per eccellenza, che coniuga perfettamente comfort e look trendy.
La tecnologia è quindi così importante nel processo creativo?
Fondamentale direi. La filiera tessile è uno strumento prezioso che fornisce ai designer un territorio più vasto per esprimere e stimolare la creatività: la sinergia tra tecnologia tessile e progetto stilistico è indispensabile. La disponibilità sul mercato di basi dall’effetto metallico e dalla mano morbida come il Venezia di Carvico ha permesso la produzione di canotte e top di taglio sportivo ma con una connotazione assolutamente sofisticata non più riconducibile all’esclusivo uso in palestra.
Se la moda è in continuo cambiamento, come si spiega il perdurare dell’atleisure?
La moda è simbolo di cambiamento ma è soprattutto evoluzione. A colpo d’occhio talvolta può sembrare elemento di rottura col passato, mentre ne è un’attenta inevitabile progressione. Nello specifico caso dell’athleisure, nato per sdoganare l’utilizzo di capi tecnici e l’abbigliamento sportivo al di fuori dal proprio contesto d’origine, possiamo identificare il segreto del suo successo nella praticità e nel nuovo look che è identità di uno stile di vita più attivo, dinamico e sano. Liberi dai vincoli formali, il trait d’union tra performance e stile ha fatto sì che l’athleisure non diventasse una moda stagionale ma un vero e proprio segmento di collezione adatto ad ogni target e pertanto destinato anch’esso a una continua evoluzione. Filone così convincente da riportare in auge marchi storici degli anni ‘70 a cui persino i più noti brand del lusso hanno dedicato un apposito spazio.
Il capo più iconico?
La tracksuit. Realizzata in Aldabra di Carvico è attualissima. Una full-zip in velluto stropicciato brillante e luminoso, con tasche a filetto in materiale serico lucido come l’Hamptons, arricchita da applicazioni in strass o ricami in filo lurex. Il pantalone spazia dalla gamba a palazzo al narrow ankle. L’imperativo è sexy-comfort.
Quali sono i must-have?
Crop-top, ovvero la felpa corta tagliata al vivo con cuciture a copertura a rovescio e in versione decisamente oversize.
Il reggiseno sportivo bianco con stampa iridescente da indossare con disinvoltura sotto la camicia in denim 5,5 OZ. Splendido nella realizzazione in Aspen di Carvico, un tessuto opaco, resistente al cloro ideale per stampa transfer.
Bomber jacket, realizzato in tessuto lucido con piping a contrasto a sottolineare il taglio raglan della manica, chiusura a zip gioiello o il più tradizionale polish snap fastener, proposto dal fashion system sia in versione increased lenght (si tratta di un capo di vestibilità regular ma con lunghezze incrementate, da non confondere con l’oversize), sia in versione dai volumi ampi trattenuti al punto vita.
In alternativa al leggings con cuciture piatte, un pantalone ¾ a vita alta e linea svasata realizzato in tessuto dalla mano morbida ma particolarmente resistente come il Vita di Carvico, che oltre agli imprescindibili requisiti di elasticità ed eccezionale mantenimento della forma vanta anche una protezione dai raggi UV. Irrinunciabili le trasparenze, insertate su leggings e shorts che rendono il capo più seducente per l’effetto vedo-non vedo. Interessante l’abbinamento lucido-opaco di un effetto scamosciato come quello del Vita SUEDE che, attingendo dall’ampia gamma di proposte Carvico, possiamo ottimizzare in match con Hamptons un bielastico lucido di gran resa oppure con il sopracitato Revolutional®, declinato in ben 10 versioni tra cui la versione ECO che risponde alle esigenze di mercato e soprattutto alla responsabilità ecologica di cui Carvico si è fatta paladina fin dagli albori. Interamente realizzato con un filo di nylon rigenerato dà vita a un tessuto che assicura una vestibilità perfetta, anti-pilling, resistente alle abrasioni. Lunga vita quindi ai pants amici dell’ambiente realizzati in questo materiale.
Revolutional® SWEET eccelle per morbidezza, elemento indispensabile per la creazione del perfetto panta-palazzo che deve accompagnare sinuosamente il movimento ad ogni passo.
Variante più sostenuta nel compatto Revolutional® ZENITH, che grazie all’elevato contenimento muscolare e straordinaria capacità di mantenere la forma iniziale, risulta perfetto per pantaloni più strutturati e sweat jacket high performance dal look accattivante.
La microrete elastica andrà a sostituire l’effetto chiffon dei guardaroba luxury per la confezione di T-shirt e tank da un sapore sofisticato assolutamente nuovo, da indossare con nonchalance a un cocktail party così come in ufficio o per uno shopping tour urbano.
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