Tessuti ecosostenibili, spazio a nuove sensibilità

Tessile, spazio a nuove sensibilità
L’attenzione all’ambiente ispira le buone pratiche di numerose aziende del settore. Non tutte, però, riciclano allo stesso modo
Per cambiare davvero le cose, a volte, basta poco. Anche solo un giro in mare, una risorsa che in questo articolo ricopre un ruolo importante. E più avanti capirete perché.
Lo dimostra la storia della velista Ellen MacArthur: a bordo della sua imbarcazione, durante una delle tante avventure di cui è stata protagonista, ha avuto quella che si definirebbe una “felice intuizione”.
Una rivelazione che ha la forma di una metafora: il nostro pianeta, come la sua barca durante la navigazione, deve essere considerato come «un sistema chiuso, con risorse limitate da non sprecare».
«Da 150 anni perfezioniamo un’economia lineare, in cui estraiamo un materiale, ne creiamo qualcosa e poi, infine, quel prodotto viene gettato via», afferma MacArthur, che esalta e istituzionalizza – attraverso una fondazione che prende il suo nome – il concetto di economia circolare. Si definisce in questo modo un sistema economico che riutilizza i materiali in successivi cicli produttivi, riducendo al massimo gli sprechi.
Anche il settore tessile è stato investito dalla eco di questa rivoluzione copernicana, pronto a interpretare un ruolo di primo piano nella transizione a modelli economici più sostenibili.
Viviamo un momento storico in cui è centrale il dibattito sulla salute dell’ambiente; una riflessione che include anche il tessile, cui sono attribuiti il 20% dello spreco globale di acqua e il 10% delle emissioni di anidride carbonica.
Un segnale inequivocabile, che ispira numerose aziende del settore a seguire le filosofie del no-waste e proporre sul mercato tessuti riciclati.
Il riciclo di materiali tessili, tuttavia, puntella da sempre i processi industriali di tante aziende, che ripensano il modo di produrre inserendo materiali di scarto di cicli produttivi per nuove lavorazioni. Viene considerata una pratica virtuosa ma solo qualche tempo fa era altamente probabile che qualcuno, a livello comunicativo, la trovasse poco appealing.
Oggi il vento è cambiato e per quanto siano in molti ad aver riservato un posto al sole ai tessuti riciclati, occorre affermare che non tutti lavorano allo stesso modo.
L’impegno di Carvico nella produzione di tessuti ecosostenibili
Immaginare, ripensare, agire. Sono i principi che regolano l’economia circolare, coinvolgendo anche il settore tessile. Lo scarto post-industrial, rivitalizzato all’interno di nuovi cicli produttivi, è un elemento centrale, consolidato. Questione assai differente è rigenerare i prodotti post-consumer, che interpretano nuove forme evitando di essere spediti in discarica.
Non è semplice farlo; ci vuole impegno, certo, ma anche estro, fantasia, inventiva. Capacità di spalancare gli occhi sulla realtà che ci circonda. In apertura citavamo l’importanza del mare, ed è proprio il mare ad avere ispirato Carvico a produrre tessuti riciclati ecosostenibili. Come vengono realizzati? Alcuni di questi anche con le reti da pesca abbandonate sui fondali dei mari. Le acque raccontano storie, espongono tracce che purtroppo hanno le forme dei rifiuti. Scarti che, però, sono pronti a essere rigenerati. C’è una ONG, la Healthy Seas, che la grande narrazione del mare conosce bene, che si occupa del recupero delle reti da pesca abbandonate nei mari (gost fishing nets), che svolge azioni di “educazione” alla politica del riciclo e del riutilizzo collaborando con i pescatori affinchè le reti non più utilizzabili vengano restituite proprio a HS.
Le reti raccolte vengono poi affidate all’impianto di rigenerazione di Aquafil Spa a Lubjiana in Slovenia che, insieme ad altri materiali di scarto pre e post consumer come tulle, fluff dei tappeti, scarti di tessuto, etc., vengono rigenerati in ECONYL®, un nuovo filo di poliammide che ha le medesime caratteristiche della poliammide vergine, con la differenza che nessuna materia prima fossile e non rinnovabile è stata coinvolta.
Tessuti riciclati dalla plastica: è possibile? È possibile…
Il recupero delle risorse coinvolge i rifiuti del mare, ma non solo. L’attenzione alla salute del pianeta richiama la giusta attenzione anche a un altro tema di rilievo nelle agende internazionali: quello dell’inquinamento da plastica, che pullula nelle acque dei nostri mari e invade le spiagge. Bene, il settore tessile è in grado di raccogliere istanze di peso e trasformarle in uno stato di realtà migliorativo.
Carvico è altresì impegnata nella produzione di tessuti realizzati con filati riciclati dalla plastica, Ne è un esempio lampante Melville, il tessuto Carvico realizzato per il 45% da PBT (polibutilene tereftalato) e per il 55% da poliestere riciclato REPREVE®, fibra sostenibile prodotta interamente grazie alla rigenerazione della plastica alimentare (PET). La fibra è stata brevettata dall’azienda Unifi, che sottrae al flusso dei rifiuti circa 250.000 bottiglie ogni ora. È grazie a un processo definito che le bottiglie in plastica vengono recuperate, lavate e triturate; i frammenti vengono sciolti e trasformati in chips a loro volta fusi e convertiti in filo REPREVE®. Un filo fondamentale per la realizzazione di un tessuto ecosostenibile, performante, innovativo e in versione riciclata.
Tessuti ecosostenibili Carvico, altri importanti esempi
Nella collezione Carvico è possibile trovare ben 5 tessuti ecosostenibili realizzati con filato ECONYL® ognuno con caratteristiche diverse, tra i quali i designers ti tutto il mondo possono attingere ispirazione per le loro collezioni.
La resistenza al cloro, olio e creme solari è una delle qualità più interessanti di Vita, uno tra i tessuti ecosostenibili, ultrasottile ottenuto da fibra riciclata. Rientrano tra i tessuti riciclati anche Vita Power ideale per la creazione di capi più contenitivi e performanti; Vita Suede morbido e dalla mano “scamosciata”. Entrambi tessuti ecosostenibili realizzati con filo di Nylon rigenerato ECONYL.
Gli amanti degli sport più estremi, quando la performance richiede capi davvero tecnici capaci di vestire come una seconda pelle, sostenere i muscoli garantendo elevata traspirabilità, potranno invece scegliere Revolutional® Eco, sempre prodotto con filato 100% riciclato da materiali di scarto pre e post consumer – ECONYL®.
Per finire, Carvico ha recentemente rilanciato il tessuto XLAnce Eco: il lifestyle beachwear raccontato da un tessuto che si ottiene dalla fusione tra ECONYL® e la fibra elastomerica XLANCE®, in grado di interpretare necessità diversificate. Come quelle di chi pratica sport acquatici, alla ricerca di costumi da bagno tecnici e resistenti. O di chi, più semplicemente, per la propria esperienza beachwear sul bagnasciuga predilige tessuti ecosostenibili in grado di richiamare un universo glamour. Ve lo avevamo detto che il mare sarebbe stato importante…
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